"Guardi dentro di sé. Si interroghi sul motivo che le intima di scrivere;verifichi se esso protenda le radici nel punto più profondo del suo cuore;confessi a se stesso: morirebbe, se le fosse negato di scrivere? Questo soprattutto: si domandi, nell'ora più quieta della sua notte: devo scrivere?Frughi dentro di sé alla ricerca di una profonda risposta. E se sarà di assenso, se lei potrà affrontare con un forte e semplice «io devo» questa grave domanda, allora costruisca la sua vita secondo questa necessità."
(da "Lettere a un giovane poeta" di R. R. Rilke)
Vedo che spesso qualcuno accede al mio blog da qua, forse sei tu ? : ) Così, curiosità.
RispondiEliminaRilke Rilke...
ne fa una questione di imperativo categorico ?
Solo un profeta ha questa "necessità" di scrivere. L'uomo in quanto tale, e lo scrittore, hanno ben altro in mente che Du sollst (che per il profeta è più che morale, è teologico).
Non è che gli scrittori siano esclusi da una qualche chiamata morale, così come la mette Rilke ("IO DEVO scrivere"), e partecipano di quella necessità, però non la conoscono (non ne conoscono cioè il fine).
In realtà è da molto che non visito il tuo blog...probabilmente qualcuno ci è arrivato o da un tuo commento o dalla lista di blog che ho qui sulla destra :) ad ogni modo, è un piacere risentirti!
RispondiEliminaGran bella citazione, valevole per ogni istinto e desiderio ;)
RispondiEliminaclamsup.blogspot.it