domenica 24 giugno 2012

"La donna dei fiori di carta" - Donato Carrisi


"Il monte Fumo è una cattedrale di ghiaccio, teatro di una battaglia decisiva. Ma l'eco dei combattimenti non varca l'entrata della caverna in cui avviene un confronto fra due uomini. Uno è un prigioniero che all'alba sarà fucilato, a meno che non riveli nome e grado. L'altro è un medico che ha solo una notte per convincerlo a parlare, ma che ancora non sa che ciò che sta per sentire è molto più di quanto ha chiesto e cambierà per sempre anche la sua esistenza. Perché le vite di questi due uomini che dovrebbero essere nemici, in realtà, sono legate. Sono appese a un filo sottile come il fumo che si leva dalle loro sigarette e dipendono dalle risposte a tre domande. Chi è il prigioniero? Chi è Guzman? Chi era l'uomo che fumava sul Titanic? Questa è la storia della verità nascosta nell'abisso di una leggenda. Questa è la storia di un eroe insolito e della sua ossessione. Questa storia ha attraversato il tempo e ingannato la morte, perché è destinata al cuore di una donna misteriosa." (trama presa da ibs) 



Il primo libro che leggo di Carrisi in assoluto (subito dopo mi sono letta anche "Il suggeritore", ma di questo parlerò in un altro post).
Letto in pochissimo tempo proprio per le sue dimensioni (170 pagine) e finito con un vago senso di incertezza.
Della serie: 'Ah Carrisi, ma che storia volevi scrive?'

La trama è buona e anche intrigante, l'intento è giusto ma ad un certo punto tutto si perde e diventa confuso. E' come se per tutto il libro si creasse un'attesa quasi ansiosa che però non viene mai esaudita.
Insomma, per essere chiari, il gran finale che mi aspettavo fin dall'inizio non è mai arrivato. Il mistero dell'uomo che fumava sul Titanic - personalmente quello che mi ha attratta di più - non mi ha poi entusiasmata più di tanto. la "soluzione" della trama è troppo semplice per i miei gusti e, nonostante il libro sia strutturato bene, non lascia addosso il brivido della sorpresa.
Sono convinta che Carrisi sia un bravo scrittore - "Il suggeritore" ne è un esempio lampante - ma questo libro mi ha dato una sensazione di forzatura, come se non fosse uscito spontaneamente da un bisogno di scrivere dell'autore.
Come un romanzo che ANDAVA scritto.

Senza dubbio, insomma, lo scrittore di Martina Franca ci può dare molto di più di questo tiepido scritto.
E a noi, ovviamente, non resta che aspettare il prossimo :) 

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